martedì 2 giugno 2009

Riforma dell'Istruzione Tecnica ... o no?

Il Consiglio dei Ministri n. 52 del 28 maggio 2009 ha approvato 2 schemi di Regolamento che riformano gli istituti tecnici e gli istituti professionali. Gli schemi di Regolamento alla data odierna non sono ancora stati pubblicati né sul sito del Governo né su quello del MPI.

Nel comunicato stampa pubblicato in entrambi i siti istituzionali e trasmesso dalle reti TV e radiofoniche nazionali, come anche nella conferenza stampa del Ministro Gelmini viene sottolineato come "dopo 78 anni dall'ultimo riordino datato 1931, il Consiglio dei Ministri ha approvato 2 Regolamenti che riformano gli istituti tecnici e gli istituti professionali."

Peccato che ... non sia vero!
A metà degli anni '90, dopo circa 10 anni di sperimentazioni (i cosiddetti progetti "Ambra"), negli istituti tecnici entrarono in vigore i nuovi ordinamenti nazionali modificati profondamente riguardo ai contenuti e con la significativa introduzione di finalità, obiettivi specifici di apprendimento, aree di progetto, stage (senza limiti di monte ore), indicazioni metodologiche (ad esempio nell'istruzione liceale, mai riformata in ordinamento, obiettivi ed indicazioni metodologiche non esistono proprio!).

L'istruzione tecnica, come anche quella professionale, sono proprio le uniche che sono state riformate!

Strano che al MPI e al governo non lo sappiano! :-)

I nuovi ordinamenti sono coesistiti tuttavia con le maxisperimentazioni disseminate in molte scuole che non hanno adottato i nuovi ordinamenti (o li hanno adottati solo per alcuni indirizzi).

Positiva quindi una "razionalizzazione".

Con i nuovi Regolamenti si passa da 10 settori e 39 indirizzi a 2 settori ed 11 indirizzi.
Tuttavia nel Comunicato stampa si afferma che gli istituti tecnici avranno ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all'interno dell'orario annuale delle lezioni dell'area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l'economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche ecc.)

Ma con una flessibilità che nel triennio di specializzazione può andare da un 50% ad un 55% potremmo di fatto avere un numero di "indirizzi" assai superiore a quello attuale!

Mancano infine ancora alcuni dettagli ad esempio i contenuti degli ordinamenti (temi, obiettivi, metodologie), l'associazione delle classi di concorso alle discipline ...